VENERDI' 3 SETTEMBRE : OMAGGIO A CARMELO BENE

Oggi serata evento alla Mostra del Cinema di Venezia. Nella sezione Eventi Collaterali (ore 21,15 – Sala Volpi) verrà proiettato il film ‘Nostra Signora dei Turchi’ (1968) di Carmelo Bene.
Presenterà la proiezione il dr. Sergio Toffetti Dirigente della Sezione Archivio d’Impresa della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia. La copia proiettata è stata restaurata a cura della Cineteca Nazionale, nell’ambito di un più vasto programma che ha visto il restauro di tutti i film dell’autore scomparso conservati presso la nostra cineteca.


Il restauro dei film di Carmelo Bene
a cura della Cineteca Nazionale della Scuola Nazionale di Cinema

Al di là della vicenda tipica di ciascun singolo film, il progetto globale di preservazione e restauro delle opere cinematografiche di Carmelo Bene, curato dalla Fondazione Scuola Nazionale di Cinema e, per essa, dalla Cineteca Nazionale, è percorso, e fortemente segnato da un filo comune: la necessità di salvare dall’oblìo, dall’usura del tempo e dalla perdita, altrimenti ineluttabile, un gruppo di opere che, nel loro insieme, costituiscono un capitolo della storia culturale recente del nostro paese.
Il che è poi l’essenza stessa di questo lavoro: i film di Bene, per la loro natura, sono una sorta di paradigma della necessità di preservare e restaurare.
Film d’artista, di un’avanguardia personalissima, realizzati con pochi mezzi e, spesso, con tecniche e materiali effimeri, come l’Ektachrome in 16 mm di Capricci, o di Nostra Signora dei Turchi.
Film soggetti, dunque, alla censura del mercato e, insieme, alla precarietà dei materiali d’origine: se questa ultima minaccia e affligge, senza distinzioni, tutti i film, è però tanto più insidiosa e pesante per opere realizzate - e cadute da anni in abbandono – su materiali già di per sé rischiosi e esposti all’usura.
Il progetto è stato portato avanti dallo staff tecnico della Cineteca – che si è avvalso anche della consulenza di Mauro Contini, montatore e collaboratore del regista – partendo dai materiali originari. In alcuni casi, come per il già citato Capricci, è stato necessario ripartire da zero: i duplicati negativi in 35 mm dell’epoca, infatti, presentavano tali e tanti difetti – in parte dovuti ai materiali e alle tecnologie degli anni ’70, meno perfetti degli attuali; in gran parte conseguenti all’usura e alla decolorazione della pellicola – da obbligare a riprendere l’originale invertibile 16 mm per trarne un nuovo duplicato e, da questo, le nuove copie.
Uno degli aspetti e degli esiti fondamentali del lavoro, che va particolarmente sottolineato, è l’aver ora ottenuto – innanzi tutto per i film più esposti al rischio di perdita – dei nuovi materiali di preservazione su pellicola in poliestere, vale a dire il meglio in termini di durevolezza e refrattarietà all’usura.

 



 
   
 
   
   
   
   
   
 
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